Le olive si raccolgono a mano, semplicemente scuotendo i rami, da metà ottobre, poco prima che giungano a maturazione, quando le olive passano dal colore verde al violaceo. In questo modo si ottiene un sapore leggermente più piccante.

Una volta fatte cadere nelle reti disposte sotto gli alberi, le olive vengono portate al frantoio dove vengono separate dalle foglie e lavate; quindi si frantumano: si ottiene una pasta da cui si ricava acqua, sansa e olio. L'olio si sistema provvisoriamente in fusti e poi viene depurato.

Porta Nuova

prima...
dopo il crollo..

oggi..




Questa piantina del paese di Schifanoia, conservata presso l'archivio di Stato di Terni e datata 1822 (Catasto Urbano, Fondo Gregoriano) è accompagnata da un elenco che specifica gli usi delle abitazioni, i relativi proprietari e i vani. Tra i più interessanti troviamo:


N°7 TORRE

N°12 MULINO DA OLIO CON UNA RUOTA A CAVALLO

N°28 FORNO IN COMUNE

N°58 CASA DI PROPRIO USO SOPRA LA PORTA di Proprietà della Comunità di Schifanoia

N°59 CASA AD USO DI OSTERIA

N°64 CHIESA DI SAN GIOVANNI BATTISTA


Ma le torri medievali erano almeno due (una tuttora esistente riportata nella foto seguente) e la pianta fa di certo riferimento, data la sua posizione in alto a ds, a quella crollata del 1929.
Questa carta, seppur interessante ed importante per ricostruire la storia del paese, è ricca di errori!
Terra narnese: colline, acque, borghi medievali, boschi, castelli e ritmi lenti.
Schifanoia è una graziosa frazione di Narni , poco lontana da Roma ma in provincia di Terni: un borgo dalle origini medievali racchiusa entro le mura dell'antico castello.
Il suo nome deriva da due parole dell'antico linguaggio gallico: "schiffa"vedetta e "noja, nauda"luogo di pascolo, ma ad una più semplice analisi l'etimologia del nome ci richiama ad un luogo di "delizia"rinascimentale fatta per gli ozi di qualche signore del luogo.
Non è grande: l'attuale centro abitato (vedi foto seguente) è di recente formazione edilizia mentre, un tempo, il centro della vita e del lavoro di tutti gli abitanti è, in parte, andato distrutto e sicuramente trovava il suo fulcro nella Chiesa Parrocchiale.



Nell'800 il paese viene "felicemente" ricordato in un sonetto di Giuseppe Gioacchino Belli; il poeta afferma che "Roma durante l'impero francese era ridotta cosi' male che, se questo fosse durato ancora, si sarebbe ridotta ad un povero paese come Schifanoia". E aggiunge in nota perchè non nascessere equivoci, che egli voleva alludere proprio alla Schifanoia di Narni e non ad altre.
La grande torre di vedetta del 1200, elemento caratteristico e distintivo del castello crolla nel 1925.
Tutt'intorno le colline coperte dal giallo delle ginestre e soprattutto dal colore cangiante degli ulivi; è una terra perfetta per questa pianta, che chiede poca acqua, un clima temperato, terreno collinoso.
Qui l'olio si fa da sempre.